(Cattedrale di Oristano, 30 giugno 2019)
Cari fratelli e sorelle,
Deus Caritas est. Con questo programma ho accettato la nomina di papa Benedetto a venire da voi come Vescovo, per annunciarvi il Vangelo di Gesù e promuovere l’unità e la comunione della Chiesa di Dio che è in Oristano. Circa 13 anni fa mi sono rivolto a voi non chiamandovi figlioli, perché non avevate esperienza della mia paternità. Questa è promessa dal ministero episcopale ma non era sperimentata da voi. Non vi potevo chiamare ancora fratelli, perché non appartenevo ancora alla famiglia arborense, nella quale mi sono inserito con umiltà e discrezione, confidando solo nella vostra benevolenza. Non vi ho chiamato fedeli, perché questa è la condizione di tutti i cristiani e non bastava a descrivere il mio rapporto con voi. Vi ho chiamato amici, perché questo è il modo con cui Gesù ha chiamato coloro che non lo avevano scelto ma lo avevano incontrato. Voi non mi avete scelto come vostro Vescovo. Mi avete incontrato come vostro Pastore, inviato a voi dal Vescovo di Roma e Vicario di Gesù Cristo. Come Pastore di questa Chiesa di Dio, con voi ho trascorso momenti di fede e di comunione, ho condiviso gioie e sofferenze, memorie e speranze; con voi oggi ringrazio il Signore per il dono della vita, della famiglia, della fede, della pienezza del sacerdozio.