Quaresima: tempo di preparazione che coinvolge la vita intera. Penitenza, preghiera e conversione

Quaresima: tempo di preparazione che coinvolge la vita intera. Penitenza, preghiera e conversione

Il numero simbolico richiama i quaranta giorni che Gesù passò nel deserto dopo aver ricevuto il battesimo da Giovanni Battista, i quarant’anni di pellegrinaggio del popolo di Israele nel deserto prima di giungere alla terra promessa, il periodo che Gesù trascorse con i suoi discepoli per prepararli alla predicazione nel tempo compreso fra la Risurrezione e l'Ascensione.

Come si può facilmente constatare, questi tempi hanno una dimensione di “preparazione” per qualcosa che deve realizzarsi. Non hanno una diretta caratterizzazione “penitenziale”. Superano, perciò, il periodo propriamente quaresimale e si estendono a tutti i giorni dell’anno. Se, infatti, le pratiche spirituali della Quaresima sono il digiuno, la penitenza, la preghiera, queste si estendono a tutte le giornate dell’anno. I malati di SLA e i carcerati ergastolani, per esempio, soffrono per tutto l’anno. La gente che non ha cibo sufficiente soffre la fame per tutto l’anno. I momenti della preghiera sono gli stessi tutti i giorni dell’anno. Dunque, la Quaresima della vita è più estesa della Quaresima della liturgia.

Ciononostante, nella Quaresima liturgica, la maggior parte delle celebrazioni hanno carattere penitenziale. In Quaresima, per esempio, non si canta più né il Gloria né l'Alleluja, non si decorano gli altari con i fiori, non si dovrebbero celebrare i matrimoni né amministrare il sacramento della Cresima. I colori assumono significati particolari. Per la quarta Domenica si utilizza il rosa, per la Domenica delle Palme il rosso, per la messa del Giovedì Santo il bianco. Per la Quaresima di quest’anno si utilizza il ciclo delle letture di Luca. Nella I domenica si legge il Vangelo che racconta l'esperienza del Cristo tentato nel deserto. Nella II domenica è la volta della Trasfigurazione, mentre la III domenica riprende l'episodio drammatico della caduta della torre e la morte di 18 persone innocenti. Durante la messa della IV domenica si ascolta la parabola del Padre misericordioso e i due fratelli, mentre nella quinta il vangelo di Giovanni narra il perdono di Gesù verso la peccatrice. La domenica delle Palme, infine, celebra l'ingresso di Gesù nella città di Gerusalemme.

La dimensione più penitenziale della Quaresima è la pratica della Via Crucis, che intreccia Parola di Dio, storia e preghiera. Richiama l'ultimo tratto del cammino percorso da Gesù durante la sua vita terrena: da quando egli e i suoi discepoli, “dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli ulivi”, fino a quando il Signore fu condotto al “luogo del Golgota”, fu crocifisso e sepolto in un sepolcro nuovo, scavato nella roccia di un giardino vicino. Nel significato di pio esercizio, la Via Crucis risale al Medio Evo inoltrato. San Bernardo di Chiaravalle, San Francesco d'Assisi, San Bonaventura da Bagnoregio ne prepararono il terreno. Verso la fine del tredicesimo secolo, secondo mons. Piero Marini, essa non è menzionata come pio esercizio ma come cammino percorso da Gesù nella salita al Monte Calvario, e segnato da una successione di “stazioni”.

Nella sua forma attuale, ossia con le quattordici stazioni disposte nell’ordine tradizionale, la Via Crucis è attestata in Spagna nella prima metà del diciassettesimo secolo, soprattutto in ambienti francescani. Dalla penisola iberica essa passò prima nella nostra Sardegna, allora sotto il dominio della corona spagnola, e poi sul territorio della penisola italiana. Qui, incontrò un convinto ed efficace propagatore in San Leonardo da Porto Maurizio (+ 1751), frate minore, instancabile missionario. Egli eresse personalmente oltre 572 Via Crucis, delle quali è rimasta famosa quella eretta nel Colosseo, su richiesta di Papa Benedetto XIV, il 27 dicembre 1750, a ricordo di quell'Anno Santo.

✞ Ignazio Sanna

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