NICOLA CIOLA, Al centro il sacerdozio di Cristo. La spiritualità della Venerabile Maria Bordoni e i suoi riflessi nella teologia di Marcello Bordoni
Cittadella Editrice, Assisi 2020, pp. 373, € 23, 00.
Con questo volume, Nicola Ciola, professore ordinario di Cristologia nella Facoltà di Teologia dell’Università Lateranense, ha inteso
delineare i tratti caratteristici della spiritualità della Venerabile Maria Bordoni (1916-1978) e il riflesso di questa spiritualità nell’opera teologica del fratello, Marcello Bordoni (1930-2013), autore della trilogia Gesù di Nazaret Signore e Cristo. Saggio di cristologia sistematica, pubblicato in prima edizione negli anni 1982-1986 da Herder – Pontificia Università Lateranense, e riedito in 4 voll., a cura di N. CIOLA – A. SABETTA – P. SGUAZZARDO, dalla Edb di Bologna negli anni 2016- 2019.
Mons. Marcello Bordoni, prima di dedicarsi interamente allo studio e all’insegnamento della Cristologia nell’Università Lateranense, è stato viceparroco e parroco della parrocchia romana di S. Eusebio a Piazza Vittorio. Di lui possiamo dire che trascorse una vita da teologo facendo una ‘teologia della vita’, perché per lui ogni esperienza umana era un ‘luogo teologico’ ed ha sempre cercato di trovare la firma di Dio nelle vicende della vita. L’ho sperimentato personalmente nei 34 anni di collaborazione che ho avuto con lui sia nell’università, dove ho iniziato l’insegnamento come suo assistente, sia nella rettoria dell’Immacolata all’Esquilino, dove lo aiutavo nella celebrazione delle messe, nelle confessioni, nel coordinare un gruppo di universitari del quartiere. Quando egli ha dovuto lasciare la parrocchia di sant’Eusebio, perché diventato ordinario di Cristologia nella Facoltà di Teologia della Lateranense, ha chiesto e ottenuto dal cardinal Vicario Ugo Poletti di poter continuare a svolgere il ministero pastorale in una Chiesa, senza dover gestire le complesse pratiche d’una parrocchia. Attualmente, io sono presidente della Pontificia Accademia di Teologia e, in quanto tale, sono contento di ereditare questo ufficio da Mons. Bordoni, che è stato il primo Presidente dell’Accademia, dopo che questa è stata rinnovata da San Giovanni Paolo II con il nuovo statuto del 1999.
Il volume Al centro il sacerdozio di Cristo, preceduto da una nota corposa di introduzione e da una nota bibliografica, è articolato in due parti. La prima parte, Spiritualità e Teologia, comprende due capitoli, di cui il primo dedicato alla “spiritualità sacerdotale di Maria Bordoni”, e il secondo alla “teologia intrisa di spiritualità”. L’esperienza ecclesiale ed intellettuale di Marcello Bordoni”. La seconda parte dell’opera, Documentazione, riporta in edizione esclusiva il carteggio epistolare, definito “un limpido specchio di anime”, della
Venerabile Maria Bordoni con il prete romano Don Giuseppe de Luca (1898-1962), fondatore della casa editrice Edizioni di Storia e Letteratura (1941) e autore dell’opera Introduzione alla storia della pietà (1962).
Lasciando ad altri recensori la presentazione dell’intero volume, nella presente recensione, vorrei mettere in luce in modo particolare l’influsso della spiritualità ecclesiale e mariana della Venerabile Maria Bordoni, secondo la quale ogni membro del Popolo santo di Dio vive l’unico sacerdozio di Cristo, sulla teologia del suo fratello, il sacerdote don Marcello Bordoni. Un influsso di questa natura, ossia un rapporto tra mistica e teologia, è documentato in altri casi nella storia della teologia. Qualcosa di analogo, per esempio, si è verificato nel caso della mistica Adrienne von Speyr con il teologo Hans Urs Von Balthasar. Adrienne von Speyr era una mistica svizzera, legata al teologo gesuita Hans Urs von Balthasar da un fecondo rapporto di collaborazione, che ella coltivò a partire dalla propria conversione al cattolicesimo nel 1940. La sua teologia mistica, influenzata dalla spiritualità di S. Ignazio di Loyola, si caratterizzava per l'impronta mariana e per le sue esperienze carismatiche della Settimana santa, incentrate sulla discesa di Cristo agli inferi. A partire dalla conversione della Speyr, Balthasar, dopo aver lasciato l’Ordine dei Gesuiti, intrattiene con lei, per ventisette anni, uno stretto rapporto di collaborazione, affermando di aver ricevuto, dal punto di vista teologico, più lui da lei che viceversa.
Nicola Ciola dedica l’intero secondo capitolo del volume Al centro il sacerdozio di Cristo all’analisi approfondita del riflesso della spiritualità della Venerabile Maria Bordoni sulla teologia del suo fratello presbitero. E lo stesso Marcello Bordoni attesta il rapporto con la sorella in due occasioni; nel suo discorso in occasione del 70° di sacerdozio e nella sua testimonianza per la positio della causa di beatificazione. Entrambe testimonianze sono riportate dal volume.
Il docente lateranense Ciola, successore del Bordoni nella cattedra di Cristologia, analizza quattro dimensioni della spiritualità della Venerabile Maria Bordoni, riscontrabili nella teologia del fratello Marcello Bordoni: ecclesiale, sacerdotale, sapienziale, mariana. Spendo qualche parola su ognuna di queste quattro dimensioni.
Per quanto riguarda la dimensione ecclesiale, Marcello Bordoni ha tradotto in vita l’insegnamento della sorella a vivere la sua vocazione ecclesialmente, cioè a scrivere e insegnare le verità della fede cristiana in pienezza di comunione con la Chiesa. In concreto, questa pienezza di comunione è stata manifestata in modo particolare nella fedeltà al Concilio Vaticano II e al suo rinnovamento del metodo di fare teologia. La riscoperta della centralità della Parola di Dio,
superando la Scolastica, aveva messo a fondamento della teologia la verità rivelata e la tradizione dei Padri. In un’udienza all’Ufficio Catechistico Nazionale della Conferenza Episcopale Italia, Francesco ha affermato che chi è fedele al Concilio è dentro la Chiesa e chi non è fedele al Concilio è fuori della Chiesa. Possiamo dire che Marcello Bordoni è rimasto sempre dentro la Chiesa e il suo sentire cum Ecclesia era un convinto dovere di coscienza ecclesiale. Quando nel 2000, in qualità di consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede, egli partecipò alla redazione del documento Dominus Jesus, espresse qualche riserva sull’opportunità di un pronunciamento magisteriale che poteva creare problemi di dialogo ecumenico. Una volta, però, espressa la sua considerazione personale sulla questione dogmatica dibattuta, ritenne giusto conservare la comunione ecclesiale, e dette il suo assenso convinto alla difesa dell’unicità salvifica di Gesù Cristo.
In rapporto alla seconda dimensione, la spiritualità sacerdotale della Venerabile Maria Bordoni ha ispirato sicuramente il ministero presbiterale e l’insegnamento teologico del fratello. Mi permetto di sottolineare questo rapporto di fedeltà spirituale avanzando un paragone con quanto disse un giorno Karl Rahner riguardo all’influsso della spiritualità di S. Ignazio di Loyola sulla sua teologia. Alla domanda dell'intervistatore che gli chiedeva se nella sua teologia, accanto al maestro teologico Tommaso, interpretato nelle categorie dell'odierna filosofia dell'esistenza, non fosse altrettanto determinante il maestro "non-teologico" Ignazio con la sua spiritualità dell'onnipresenza di Dio e con la sua etica teologica della decisione, egli rispose: "Certamente! Io distinguerei senz'altro tra quel che ho fatto...e la dinamica autentica che ha messo in moto questo lavoro. In linea molto generale e in maniera assai semplice, senza sapere se ciò sia una lode o un biasimo, se rappresenti un limite o un pregio della mia teologia, direi: dietro tutto quello che ho fatto c'è sempre stato un interesse pastorale e spirituale molto diretto. E qui vorrei aggiungere che spero di essere rimasto in qualche modo fedele alla spiritualità ignaziana del mio Ordine". Marcello Bordoni è rimasto fedele alla spiritualità diocesana del sacerdozio comune dei fedeli, vissuta con la partecipazione attiva alla vita della Chiesa locale.
Per quanto riguarda la dimensione sapienziale della teologia del Bordoni, il Ciola evidenzia molto bene come la spiritualità della sorella Maria gli abbia dato un impulso perché la passione della sua ricerca non fosse semplicemente intellettuale, ma anche “affettiva”, e questo per un sempre maggiore approfondimento del mistero di Cristo. “Tutto ciò si può riscontrare, scrive Ciola, non solo nel superamento dello schema neo-scolastico di intendere il lavoro teologico, ma anche nello sforzo di fondare tutta la ricerca su una pre-
comprensione che trovava nello Spirito Santo il “trascendentale” che comanda tutto il percorso intellettuale” (p. 124). La figura teologica del Bordoni risalta in modo molto significativo nel rapporto intimo che è riuscito a creare e fondare tra pietà e teologia, preghiera e vita. Giustamente K. Rahner scrisse che "ogni teologia astratta finirebbe col girare a vuoto, se non si superasse come sequenza di parole pronunciate sulle cose e non si traducesse in preghiera. Anche il teologo deve dimostrare con la sua vita che crede veramente e agisce secondo la fede, conscio di avere a che fare con la realtà inverosimilmente grande del Dio a noi vicino e che a noi si è rivelato; che, essendo per lui, almeno fino ad un certo punto, naturale pregare, riesce a dare significato alla propria vita facendo riferimento al Cristo crocifisso e risorto".
Un’autentica teologia sapienziale fa venire alla luce i sentimenti profondi di amore e di impazienza, di gioia e di dolore, di gratitudine e di delusione, che nessun ragionamento filosofico lascia neppure intravvedere. Fa venire alla luce, in modo particolare, la pietà verso Gesù Cristo, perno ed anima di ogni riflessione cristologica. Viene alla luce, in qualche modo, la dimensione mistica dell'esistenza umana, tutta avvolta nel mistero di Dio, nel suo inizio e nel suo termine, nella sua realizzazione e nel suo fallimento. L'esistenza umana felice, realizzata, piena, non è quella priva di bisogni umani, bensì quella ricca di bisogni divini, aperta al desiderio infinito di Dio, mai circoscrivibile e mai eliminabile nella frantumazione della vita umana, nella quotidianità delle vicende storiche personali e sociali.
Infine, relativamente alla quarta dimensione, il Ciola scrive che vi è un tratto dove il legame umano-spirituale della Venerabile Maria Bordoni si fa sentire ed è quello della dimensione mariana che fa comprendere il mistero cristiano. In verità, ammette Ciola, è difficile stabilire (a livello di fonti documentali) un rapporto di causa-effetto, ma è indubbio che lo stile di vita della sorella, il legame affettivo di lei (da lui riconosciuto anche come “materno” oltre che di sororità) deve aver lasciato nel suo animo un segno indelebile, già a partire dalla scelta degli argomenti che ritornano nel suo lavoro teologico su Maria di Nazaret. Nella sua testimonianza per la positio, Marcello Bordoni confessa: “alla presenza della sorella Maria nella mia vita, devo ancora l’approfondimento, in tutto il suo spessore, del valore mariano che anima il carattere ecclesiale del discorso teologico”. E Ciola aggiunge: “Marcello Bordoni si è adoperato nel suo percorso teologico a mostrare come la Vergine Maria è la recettività pura allo Spirito e alla Parola. Ella donandoci il Cristo ha come anticipato il cammino della Chiesa che è quello di accoglienza della divina Parola e della generazione alla fede dei membri del popolo santo di Dio” (p. 125).
In ultima analisi, la ricca dottrina mariana di Bordoni è contenuta prevalentemente nei tre volumi della sua cristologia. Ma per comprendere questa dottrina, Ciola richiama alcuni passaggi essenziali del saggio pubblicato nel 1977, dal titolo altamente evocativo: L’evento Cristo ed il ruolo di Maria nel farsi dell’evento. In questo saggio, il nostro Autore ribadisce anzitutto che l’evento Cristo non poteva compiersi senza la Vergine Maria. Inoltre, collegando intimamente la mariologia a Cristo, egli libera questa disciplina teologica “dal pericolo di fare di Maria, nel piano divino della salvezza, come un principio a parte ed isolato, che sarebbe continuamente tentato dal rischio di cadere in forme di mitologizzazione”. Per Ciola, le due caratteristiche di Maria, la prima redenta in vista dei meriti del Figlio suo, sono l’unione feconda tra il dono della grazia divina e l’umile disponibilità della creatura, che risponde agli impulsi interiori dei doni dello Spirito Santo. “L’intreccio di questi due dati restituisce un’immagine della Vergine Maria capace di animare una devozione meno esuberante e certamente meno spettacolare, ma certamente più profonda e dottrinalmente più solida”.
Su questi due dati Marcello Bordoni ha sviluppato tutta la sua riflessione mariologica, sempre innestata sulla centralità del Cristo annunciato dalla Chiesa. E Ciola conclude: “Una visione così concepita porta subito due vantaggi: una migliore conoscenza dell’evento Gesù di Nazaret come evento che accade e nel quale Maria è coinvolta come Madre del Figlio di Dio, e una migliore comprensione del rapporto cristologia-ecclesiologia, nel senso che Maria è il prototipo della partecipazione umana all’evento e quindi il modello della cooperazione dell’essere umano alla propria salvezza”.
+IGNAZIO SANNA